giovedì 18 giugno 2009

RIFLESSIONI...


Verrà il tempo in cui l'uomo non dovrà più uccidere per mangiare,
ed anche l'uccisione di un solo animale
sarà considerato un grave delitto...
Leonardo da Vinci.

La crudeltà verso gli animali è tirocinio della crudeltà contro gli uomini.
Publio Ovidio Nasone (43 a.c.-17/18 d.c.) - Poeta latino.

Noi non abbiamo due cuori - uno per gli animali, l'altro per gli umani.
Nella crudeltà verso gli uni e gli altri, l'unica differenza è la vittima.
Alphonse de Lamartine (1790-1869).

martedì 19 maggio 2009

CARNE PER TUTTI.
Raitre, REPORT 17.05.2009


In Italia siamo 60 milioni di abitanti e consumiamo circa un centinaio di chili di carne a testa, per lo più come in Europa e negli Stati Uniti. E così per soddisfare i nostri appetiti macelliamo circa 500 milioni di polli all'anno, 4 milioni di bovini e 13 milioni di suini, ma siccome non ci bastano il resto lo importiamo. Ma sul pianeta Terra viviamo in 6 miliardi e mezzo e già adesso in molti muoiono di fame, altri che la carne la vorrebbero ma non possono permettersela. Tra qualche anno diventeremo 10 miliardi, si potrà produrre carne per tutti? C'è chi dice che sarebbe il suicidio del pianeta. Fao, Onu, Ipcc avvertono che il 18% dei gas serra che alimentano i cambiamenti climatici sono frutto degli allevamenti, che battono tutte le altre attività umane, comprese le emissioni dell’intero parco auto del pianeta. Per produrre un chilo di carne di bovino si consumano 15.000 litri di acqua e cereali per dieci volte il peso dell’intero animale - cereali che potrebbero sfamare molte più persone - Non basta. Più della metà degli antibiotici prodotti sono usati per uso zootecnico. Le malattie negli allevamenti intensivi aumentano, ma poi aumentano anche ceppi di batteri resistenti agli antibiotici e le malattie umane da benessere come le patologie coronariche, il diabete, l’ obesità che derivano anche da eccessivo consumo di alimenti animali. Senza contare il problema della montagna di liquami ed escrementi che inquinano le acque e non sappiamo più dove mettere. Il paradosso è che più si produce carne a basso costo, grazie a questo modello di allevamento industrializzato, e più aumentano i costi per l’ambiente, e l’agricoltura è la prima vittima di un paradigma economico che non regge più. Eppure le soluzioni ci sarebbero, andrebbero però attuate subito, prima che sia troppo tardi.

GUARDA LA PUNTATA 'CARNE PER TUTTI'.

mercoledì 13 maggio 2009

DA REPUBBLICA.IT

GAND, CITTA' VEGETARIANA.
Al via il giorno "senza carne".

Il giovedì solo menù verdi, si parte questa settimana, con politici e funzionari pubblici che daranno il buon esempio. Da settembre si aggiungono le mense scolastiche. Per ridurre la carbon footprint e combattare obesità e malattie.
di ALESSIA MANFREDI.


Giovedì zucchine, melanzane o insalata mista. Bistecca? Proibita. Succede in Belgio, più precisamente a Gand, la prima città amica dell'ambiente ad istituire ufficialmente un giorno alla settimana rigorosamente vegetariano. L'iniziativa presa nel cuore delle Fiandre orientali viene presentata oggi. E il "veggiedag" parte da questa settimana. Il buon esempio verrà dato in primis dai funzionari pubblici e dai politici, che, almeno il giovedì, rinunceranno all'amata fettina per virare decisamente su un menù verde. Da settembre toccherà poi ai bambini, cittadini consapevoli in erba, che alla mensa scolastica per un giorno non troveranno più la carne.

A dare l'annuncio ufficiale oggi è Tom Balthazar, consigliere comunale della città, che si occupa di salute e ambiente. E per far digerire meglio l'iniziativa ai più riluttanti, il comune ha invitato i cittadini a festeggiare e ad assaggiare spuntini gourmet - rigorosamente vegetariani - comunica la Eva, Ethical Vegetarian Alternative, organizzazione che ha cooperato alla creazione della campagna cittadina.

Gand è la prima ad ascoltare il monito a favore dell'ambiente lanciato dalle Nazioni Unite, anche se presto altre città in Belgio potrebbero seguire il suo esempio. Perché anche un piccolo passo può fare la differenza: secondo la Fao, il bestiame è responsabile del 18 per cento delle emissioni globali di gas serra e l'Onu ha rinnovato gli appelli a rinunciare al consumo di carne almeno una volta ogni sette giorni. Oltre a ridurre così la famigerata carbon footprint, - ovvero l'impatto ambientale - Gand vuole anche mandare un segnale contro l'obesità e promuovere un'alimentazione più equilibrata e sana, tagliando il colesterolo.

Si parte questa settimana. Con tanto di mappe che illustrano i percorsi vegetariani della città, evidenziando ristoranti, bar e mense che offrono menù in linea. E brochure e corsi di cucina tematici per ristoratori.

giovedì 30 aprile 2009

DAL CORRIERE DELLA SERA (29 APRILE 2009)

Lo scienziato che scoprì l'HIV.

Gallo: presto tutto potrebbe sgonfiarsi.
«Per evitare nuove e più devastanti epidemie future forse l'unica soluzione è diventare tutti vegetariani.

NEW YORK — «Per evitare nuove e più devastanti epidemie future forse l'unica soluzione è diventare tutti vegetariani». Robert Gallo, il leggendario scienziato di origine italo-americana che nell'83 scoprì il virus Hiv con il francese Luc Montagnier, non scherza: «La trasmissione di virus dagli animali all'uomo è iniziata quando quest'ultimo cominciò a cacciare e addomesticare le sue prede», spiega Gallo, oggi direttore dell'Institute of Human Virology dell'Università del Maryland, dove insegna microbiologia e immunologia. «Non a caso i nativi americani, che non possedevano animali domestici né usarono cavalli prima dell'arrivo degli europei, erano estranei alle malattie infettive». Quant'è grave questo virus? «Nessuno purtroppo è ancora in grado di dirlo.

Cinque anni fa uno scienziato americano profetizzò una terribile pandemia mondiale per l'aviaria: si sbagliò, così come sbaglia chi oggi predice una nuova catastrofe». Il pericolo è stato dunque esagerato? «Non dico questo perché la febbre suina potrebbe mutare geneticamente e diventare ben più grave. Ma oggi questa è solo un'ipotesi, ed è altrettanto verosimile che l'emergenza presto si sgonfi del tutto». Che cosa succederebbe nel primo caso? «Mutando, il virus potrebbe diventare ben più infettivo con un effetto patogeno assai superiore. È il rischio di tutti i virus che entrano nel corpo umano attraverso le vie respiratorie, prendendo immediatamente di mira il tessuto di un organo vitale. Con conseguenze potenzialmente letali».

Che rischio corre l'Italia? «Oggi come oggi, il panico collettivo è ingiustificato in Italia così come in America. Nel mondo esistono emergenze mediche ben più gravi, dall'Aids all'epatite C e dalla tubercolosi resistente ai farmaci alla malaria». Esiste un parallelo tra febbre suina e aviaria? «Nel senso che sono entrambe trasmesse dall'animale all'uomo e poi da uomo a uomo. E minacciano soprattutto i giovani, visto che la gravità della malattia è relazionata all'eccessiva risposta di un sistema immunitario sano. Ma l'aviaria continua a rappresentare una minaccia ben più grave per il tipo di genoma contenuto nel virus, in grado di scatenare una pandemia davvero letale. L'aviaria purtroppo non è stata ancora contenuta e potrebbe tornare a riesplodere con danni devastanti». La febbre suina è sempre curabile? «Non direi. Certo, esistono alcuni farmaci efficaci, ma non abbiamo la garanzia che tutti i malati possano essere curati in tempo. Soltanto l'evoluzione del virus ci dirà quale strategia — medicinali o vaccino — adottare qualora la febbre suina dovesse mutare entro l'inverno, intensificandosi». Come si possono prevenire nuovi virus? «Lo spiego nel mio libro A caccia di virus (Rizzoli): creando nel mondo industrializzato un network di almeno una dozzina di centri d'eccellenza, specializzati come il mio istituto nello studio di virus nuovi, vecchi e futuri. Nell'era della globalizzazione, dobbiamo globalizzare anche la lotta contro i virus».

E se la pandemia esplodesse nel Terzo mondo? «Tali centri avrebbero l'obbligo di collaborare con le nazioni in via di sviluppo per creare una rete di controllo globale. Se un nuovo focolaio esplodesse in Indonesia, ad esempio, essi interverrebbero in loco e subito. Il problema, oggi, è che molti Paesi non posseggono neppure i più rudimentali strumenti di monitoraggio». In caso di pandemia, funziona meglio la sanità pubblica all'europea o quella privata all'americana? «Le ricordo che i Centers for Disease Control di Atlanta, e i National Institutes of Health di Washington sono enti governativi. È sbagliato stereotipare l'America. A Baltimora, dove io vivo, i contribuenti pagano non solo l'assistenza medica dei poveri, ma anche le loro cure anti-Aids».

Alessandra Farkas
29 aprile 2009

venerdì 10 aprile 2009

COMUNICATO CSB PER IL TERREMOTO IN ABRUZZO.

Care amiche e amici,
in questa giornata di lutto nazionale ci uniamo al profondo dolore della popolazione dell’Abruzzo colpita dal terremoto.

Oltre ad un modesto contributo in denaro che abbiamo piacere di devolvere al finanziamento dei soccorsi, offriamo le nostre congiunte preghiere per tutte le vittime e per sostenere spiritualmente coloro che al momento vivono situazioni di grande difficoltà.

Con fede, rinnoviamo il nostro impegno nella diffusione di una cultura spirituale che possa aiutarci a superare anche le crisi più gravi.

Centro Studi Bhaktivedanta
CORSI ECM SULL'ALIMENTAZIONE VEGETARIANA.