TRA ORIENTE E OCCIDENTE, UN SACRO RIMEDIO.
di Serena Petrucci.
Ho svolto la mia esperienza di tirocinio presso l’A.S.L. NA1, sita nella struttura ospedaliera San Paolo. Qui presso la sezione di fitoterapia e agopuntura il mio tutor aziendale il Dott.Ottavio Iomelli, dirigente del reparto, mi ha affiancato al Dott.Giuseppe Iovane, che in questa sede svolge visite per l’intolleranza alimentare. Il mio ruolo durante il tirocinio è stato quello di assistere alle viste effettuate da Dott. Iovane e cercare di carpire quante più conoscenze possibili, in particolare sull’impiego e la formulazione di rimedi erboristici. Infatti il Dott. Iovane effettua una visita totale del paziente, indaga a fondo sull’organismo in cerca di tutto ciò che può dare fastidio e al termine della visita, oltre a prescrive generalmente varie analisi che vanno a dare una risposta scientifica a quanto egli può aver intuito, associa una dieta adeguata per una salute totale dell’organismo eliminando i cibi che inducono fastidio e sopratutto prescrive rimedi erboristici quali tisane, infusi o decotti e delle capsule contenenti polveri naturali, fase questa che naturalmente mi ha interessato maggiormente, in quanto ho potuto apprendere nuove nozioni sulla formulazione di preparati fitoterapici, apprendere le sinergie delle piante nelle composizioni erboristiche e capire il giusto utilizzo di tali rimedi. Durante il corso della visita sono rimasta molto colpita e interessata dall’integrazione e utilizzo di metodiche alternative come quelle ayurvediche e cinesi, che da sempre mi affascinano; ho notato infatti, che in genere Il Dott.Iovane analizza il paziente anche seguendo le indicazione della medicina orientale: classifica le persone in base agli elementi di terra, fuoco, aria, acqua e metallo e conferma i deficit dell’organismo mediante le diagnosi della lingua, degli occhi, della bocca e delle mani. Questo metodo ricorda e riporta molto all’Ayurveda che appunto utilizza anche essa le medesime diagnosi e che condivide quasi totalmente la classificazione e l’identificazione con gli elementi terra, fuoco, aria e acqua. Infatti, essa comprende otto principali rami della medicina e ognuna di queste branche specialistiche viene applicata secondo la teoria dei cinque elementi e i tridosha, o tre umori corporei; secondo tale teoria tutti gli organismi hanno una natura pentabhuta, sono composti cioè di cinque elementi base (bhuta): aria, acqua, terra, fuoco ed etere e sono i cinque bhuta ad originare i tre elementi o principi basilari detti dosha che controllano tutte le funzioni fisiologiche;questi tre concetti energetico-materiali, determinano tramite il loro stato di squilibrio lo stato di benessere o malattia dell'individuo.Vata composto da etere e aria,ha sede principalmente nel colon. Pitta composto da fuoco e acqua, ha come sede principale l'intestino tenue. Kapha composto da acqua e terra ,è proprio dei fluidi corporei. Inoltre la diagnosi della malattia viene effettuata attraverso l’esame del polso e le diagnosi della lingua, delle labbra, delle unghie e degli occhi. Dando un breve sguardo alla cultura della medicina Ayurveda, si può dire che attualmente annoverata dall'Unione Europea tra le medicine non convenzionali la cui erogazione è consentita da parte di medici qualificati, essa è il più antico sistema di medicina tradizionale attualmente ancora vivo; nella ricca mitologia indiana, si ritrova Dhanvantari, identificato come il Dio della medicina, mentre le sue origini storiche risalgono a 6000 anni fa; le prime fonti scritte alla sua base, sono i Veda, la raccolta di Testi Sacri indiana, in cui è contenuto un capitolo, l’Atharva Veda un vero e proprio trattato di medicina. l’Ayurveda è basata su un benessere totale dell’individuo e su un equilibrio dell’organismo. Le terapie sono volte a riequilibrare i dosha e prima dell’inizio di qualunque forma di trattamento si devono eliminare le tossine nell'organismo. I principi medicinali utilizzati sono, in genere, minerali, metalli purificati ed erbe, in forma di polveri, pastiglie, infusi ed etc. Ho notato come l’utilizzo di piante come fonte di rimedi curativi è alquanto frequente e che inoltre tali piante qui in occidente spesso non sono ancora state approvate come efficaci o hanno un utilizzo diverso o a volte opposto a quello Ayurvedico. Tra le varie piante elencate mi ha colpito “Tulsi”, in occidente conosciuta con il nome botanico Ocinum sanctum, o comunemente basilico santo.
TULSI.
Il Tulsi è una delle erbe principali usate in Ayurveda, l’antico sistema tradizionale olistico indiano. Rinomato per le sue proprietà salutari e preventive, Il Tulsi è noto come “l’Incomparabile”, “la Medicina Madre della Natura” e “la Regina delle Erbe”. In scritture redatte tra il 500 e il 1200 d.C., la pianta del Tulsi viene continuamente citata come una delle colonne portanti della medicina erboristica. Il tulsi scuro (o Shyama) e il tulsi chiaro (o Rama) sono le due principali varietà della pianta (assimilabile al nostro basilico).La prima delle due è considerata avere maggiori proprietà medicinali ed è comunemente utilizzata.
Tulsi e religione.In India Tulsi è più di una semplice pianta e questo non è dovuto solo alle sue innumerevoli proprietà curative. Il Tulsi, svolge un importante funzione religiosa; è una delle piante più sacre degli indiani moderni, così come lo fu per gli Ariani, abitanti dell’India antica ed è un simbolo importante in molte tradizioni della religione Hindu, in cui viene venerata dai devoti al mattino e alla sera. La mitologia pauranica chiama il Tulsi Vishnu Priya, “l’Amata del dio Vishnu”ed esistono differenti storie nella Bhagavata e nel Mahabharata (antiche scritture e testi epici sacri), che descrivono come Tulsi, dea devota del Signore Vishnu, si reincarnò per l’ultima volta nella pianta Tulsi. Ciò spiega il perché in India questa pianta è adorata come una vera è propria forma di Dio. Ogni casa ne possiede almeno una ed è usuale vedere negli atri, nei giardini o all’entrate della case intere aiuole di Tulsi, quasi a formare un boschetto; dalle famiglie più umile a quelle più facoltose, lo scenario non cambia. E va sottolineato che non è posseduta così a scopo puramente ornamentale, ma in ogni ambito viene quotidianamente adorata come una vera Divinità. Intorno alla pianta si creano dei veri e propri altari, dove spesso sono aggiunte immagini di altre Divinità e dove tutto la famiglia si riunisce a pregare. Nell’ambito religioso la pianta di Tulsi ha un altro ruolo importante, in quanto il suo legno è ritenuto uno dei più pregiati se non il migliore per creare i Japa mala o semplicemente mala cioè delle corone sacre di 108 grani su cui vengono cantati, recitati i Santi Nomi, le preghiere.
Tulsi, caratteristiche della pianta.Appartiene alla famiglia delle Lamiaceae (Labiateae) e i sui nomi sono Ocinum sanctum o anche Ocimum tenuiflorum L., Basilico Santo, Basilico Sacro, Holy basil e in India tulsi o tulasi.
Il Basilico santo è una pianta aromatica annuale, un arbusto alto fino a 1metro con rami verdi, rossastri o violacei. Il tronco della pianta,in genere,non supera il diametro di 6 cm.
Le foglie di 1-2 cm di lunghezza sono oblunghe di forma ellittica, intere, dentellate, pubescenti su entrambi i lati. Hanno venature sulla parte sottostante che contengono delle sottili ghiandole di olio.
I suoi bellissimi fiori sono piccolissimi, di colore viola chiaro, rosso-porpora, o bianchi; si trovano riuniti in verticilli. Le infiorescenze sono chiamate manjari.
I frutti hanno la forma di piccole nocciole ovoidali lisce.
I semi sono rotondi, piccoli, rossastri-marroni scuro.
Cresce selvatica nelle regioni calde e in quelle tropicali. È originaria dell’India e di altre regioni tropicali dell’Asia, ma cresce abbondantemente anche a Ceylon, in Cina, in Africa, in Grecia, in Australia, in Brasile ed in molti paesi arabi. Viene, inoltre, coltivato in maniera estensiva nell’America centrale e meridionale, principalmente per le sue proprietà medicinali.
Parti usate.Vengono utilizzate tutte le parti della pianta. Le parti aeree si raccolgono prima che i fiori sboccino, all’inizio dell’estate.
Principi attivi:Contiene flavonoidi (apigenina, luteolina), triterpeni (acido ursolico), rame in forma organica ed un olio etereo (1%), che comprende eugenolo (70-80%), metil-clavicolo, metil-eugenolo e cariofillene.
Impieghi terapeutici In Ayurveda.Il Tulsi viene descritto nei testi ayurveda come di gusto pungente con sottofondo amaro, aromatico, molto digeribile, astringente, caldo, secco. È considerato una pianta dissipatrice di gas, aperitiva, digestiva, fragrante, salutare, distruttrice di vermi e cattivi odori, è usata per alleviare tutti e tre i dosha e viene impiegato soprattutto per la febbre. Gli studiosi della scienza ayurvedica riferiscono che essa contiene una forma di prana (energia, forza vitale) molto forte e capace di curare qualsiasi malattia. Ne consigliano l'uso ogni mattina (30 grammi circa di succo di foglie fresche) per prevenire lo squilibrio delle tre forze (vata, pitta e kapha) che legano alla carne i cinque "grandi elementi" terra, acqua, fuoco, aria, etere. È un componente di molti sciroppi ed espettoranti, in quanto aiuta a mobilitare il muco, eliminare il catarro in caso di bronchite ed asma.
In occidente.Già consigliato da Plinio per la cura dell'epilessia, in Occidente il Tulsi era molto usato per fini medicinali ed entrava anche nella combinazione della "polvere dilettevole" di Nicola da Salerno. Vari studi, effettuati in vitro e in vivo sia su animali che su soggetti umani, dimostrano svariate proprietà e attività efficaci in diverse patologie, appartenenti al Basilico Santo:
- Azione antiasmatica e salutistica verso l’apparato respiratorio.
- Azione antinfiammatoria ed antipiretica.
- Resistenza allo stress & effetto defatigante.
- Effetti sul sistema nervoso centrale.
- Azione antiossidante.
- Attività antimicrobica verso batteri, virus e funghi.
- Protezione epatica.Attività antitumorale.
- Riduzione dell’ipertensione arteriosa.
- Azione anticoagulante ed antitrombotica.
- Effetti sul colesterolo Benefici nei casi di diabete mellito.
- Prevenzione e trattamento delle ulcere gastriche.
- Effetto antiradiazioni. Attività analgesica.
- Azione antispasmodica.
- Aderenze peritoneali post-operatorie.
- Azione insetticida ed insettorepellente.
Forme farmaceutiche e dosaggi.USO INTERNO:
Infuso 2-3%. Si prende una tazza al dì per la febbre e come tonico generale.
USO ESTERNO:Polvere: Si friziona delicatamente la polvere sulle afte o le ulcere buccali parecchie volte al dì. L’assunzione quotidiana di un macerato ottenuto facendo stare per la notte intera della polvere in acqua, è utile per il diabete. Succo: Il succo si applica esternamente su punture degli insetti, tricofizie e malattie della pelle. Si può usare, inoltre, sotto forma di gocce per le infezioni dell’orecchio. Si applicano 10 ml sulla parte affetta 2 volte al dì.
Le foglie sono utili per la febbre. Una foglia al giorno previene dal cancro.
I semi si utilizzano per la dissenteria cronica, tosse e febbre.
I semi con acqua sono utili per i disordini mestruali.
OLIO DI TULSI: L’olio proveniente dalle foglie è presente in un gran numero di preparati erboristici. Viene prescritto per curare la tosse, le congestioni e, con l'aggiunta di un po' di miele, per risolvere i problemi e i disordini di stomaco non gravi.
Dose: Succo: 5-15 ml, semi: 5-10 gr
Tossicità del Tulsi.Non ci sono particolari controindicazioni e la tossicità è minima. Sono stati condotti dei test sul Tulsi riscontrando un amplissimo margine di sicurezza che non si trova in alcuna droga sintetica: per il Tulsi il margine di sicurezza è pari a 306.
CONCLUSIONI.Da un’esposizione generale si può notare come questa pianta dall’aspetto semplice, ma affascinate possieda un’interessantissima storia. Superficialmente la si potrebbe ignorare, classificandola come una comune specie dalla famiglia del basilico, ma approfondendo gli studi si noterà quanto può essere preziosa, sia per il corpo che per la mente. Come conclusione posso dire che il Tulsi è una pianta dalle grandi proprietà, che possono essere sfruttate per risolvere vari patologie senza recare gravi effetti collaterali e ottenendo buoni risultati. Mi auguro che in un prossimo futuro sia più frequente il suo utilizzo e che i suoi benefici diventino più noti e spero con questo mio discorso di aver invogliato la conoscenza di questa pianta e ancor più spero che la sua storia e le sue virtù si divulghino incessantemente regalando benessere, spiritualità e conoscenza.