giovedì 3 dicembre 2009

Seminario Invernale CSB 2009/2010


La Scienza della Meditazione e la Trasformazione Evolutiva della Personalità

Analisi e commento del Kaivalya Pada.
Imparare l'arte della meditazione per favorire la liberazione dai condizionamenti e lo sviluppo della gioia nella relazione d'amore con Dio, con sé e con gli altri.

Pinarella di Cervia (RA), dal 27 Dicembre 2009 al 3 Gennaio 2010
Struttura sul lungomare - Pinarella di Cervia (RA)

Informazioni e Prenotazioni

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mercoledì 28 ottobre 2009

Vuoi salvare il pianeta? Non mangiare bistecche


Milioni di persone minacciate da tifoni e uragani sempre più aggressivi, civiltà costiere destinate ad affondare negli oceani. Alle Maldive si stanno già attrezzando: nei giorni scorsi il governo è stato convocato sott’acqua, per lanciare un appello al resto del mondo contro il surriscaldamento del pianeta. E se la lotta ai cambiamenti climatici cominciasse nel piatto? Come? Rinunciando alle bistecche.

“Produrre carne è uno spreco d’acqua e produce una quantità elevata di gas serra. Mette sotto pressione le risorse del pianeta. Una dieta vegetariana è meglio”. E’ quello che pensa dalle pagine del Times lord Stern, un tempo consigliere di Blair, autore del rapporto 2006 che per primo mise nero su bianco la tragica inconfutabilità dei cambiamenti climatici, con un’avvertenza: combatterli ora ci costerà caro, ma infinitamente meno di quanto peserebbe sulle nostre finanze non fare nulla. Senza contare che la green-economy aprirà prospettive di crescita inedite e indispensabili in un mercato cresciuto finora puntando solo sul consumo e sulla quantità. Quindi non per scelta verde, ma per ragioni economiche lord Stern - docente d’economia alla London School of Economics - suggeriva una sterzata vigorosa.

Ed è lo stesso che fa ora, solo che l’appello non è più ai governi - non solo, ha scritto infatti anche ad Obama chiedendogli di partecipare in prima persona al prossimo summit di Copenaghen - ma ai singoli individui. Perché miliardi di persone che masticano i prodotti della Terra possono fare - letteralmente - il bello o il cattivo tempo. Dunque, via dalle tavole roast-beef, rollé, stufati, spezzatini e ossibuchi. Per salvare la Terra bisogna mangiare verde.

Per riempiere i panini planetari di hamburger stiamo infatti deforestando gli ultimi polmoni verdi, per convertirli alla produzione di mangini. Mucche e maiali producono un’enorme quantità di metano, un gas che è 23 volte più nocivo all’atmosfera di quanto non sia il biossido di carbonio. Secondo le Nazioni Unite la produzione di carne è responsabile del 18 per cento delle emissioni di Co2 del pianeta.

Una drastica riduzione avrebbe effetti importanti. Ma per cominciare bisognerebbe invertire un trend che è tutto in salita: l’Onu calcola che per metà del secolo il consumo di carne, stante le tendenze attuali, sarà raddoppiato. Lord Stern non ha dubbi su che cosa sia necessario fare: cambiare abitudini, far diventare il consumo di carne inaccettabile, un costo troppo alto da sostenere guardando alle future generazioni. “Ora ho 61 anni - dice lord Stern -. Da quando ero studente è radicalmente cambiato l’atteggiamento verso il bere o la guida, la gente ha cambiato idea su ciò che è o meno responsabile. Ora dovranno chiedersi sempre di più qual è il contenuto di Co2 del cibo che mangiamo”.

Una domanda che sarà imperativa, perché i cambiamenti sono già tra noi, nonostante la ritrosia di governi ed opinione pubblica ad accettare la necessità di una nuova rivoluzione copernicana, virando verso un’economia sostenibile. E anche la salute protrebbe avvantaggiarsene. In Gran Bretagna, informa il Times, il consumo quotidiano di proteine derivate da animali è di 50 grammi: un petto di pollo o una costoletta d’agnello. Non è un’esagerazione, ma è superiore del 25-50% del quantitativo consigliato dall’Organizzazione mondiale della sanità.

Articolo pubblicato su L'Unità - 27 ottobre 2009

lunedì 19 ottobre 2009

MANGIARE UOVA O ALIMENTI CHE LE CONTENGONO...
Di Giovanni Canepa.



Video degli orrori insiti nella produzione di uova.
Ormai la gente considera gli animali commestibili come derrate.
Derrate, in italiano, leggi: merce che si può consumare mangiando.
Negli Stabilimenti di Galline Ovaiole di tutto il mondo si consuma un crimine organizzato su vasta scala ogni giorno; una volta venuti alla luce del neon i pulcini maschi viaggiano su un natro trasportaotre e mani "pie" prelevano i maschi e li gettano vivi in un tritacarne. Nessuna sorte migliore è riservata alle femmine che passano la breve vita pigiate in angusti spazi e poi spremute a fare uova. Finita la loro stagione di produzione vengon uccise. Se questa è umanità...

domenica 13 settembre 2009

ARTICOLI: CORRIERE DELLA SERA, 10 Settembre 2009.
Meno carne per se stessi e per il pianeta.
Ridurne i consumi diminuisce il rischio di tumori e malattie del cuore, ma anche il riscaldamento globale.


MILANO - Un modo semplice per volersi bene ed essere ecologicamente corretti? Portare in tavola un po' meno carne. È meglio per la nostra salute, ma anche per il mondo intero: il 18 per cento dei gas serra deriva proprio da tutte le attività connesse all'allevamento degli animali usati per produrre carne, perciò ridurne i consumi avrebbe un impatto non da poco pure sul riscaldamento globale.

Meno carne per se stessi e per il pianeta.
Ridurne i consumi diminuisce il rischio di tumori e malattie del cuore, ma anche il riscaldamento globale.

SALUTE – L'appello arriva dai cardiologi riuniti a Barcellona per il congresso dell'European Society of Cardiology, che specificano: «Consumare carni di manzo e maiale in grosse quantità aumenta di circa il 30 per cento il rischio di morire per colpa di una malattia cardiovascolare o un tumore. Il World Cancer Research Fund e l'American Institute for Cancer Research hanno indicato in 500 grammi alla settimana il consumo massimo di carni rosse». L'Organizzazione Mondiale della Sanità è ancora più prudente e parla di un introito raccomandato pari a 300 grammi di carne rossa (fresca o conservata) alla settimana: 45, 50 grammi al giorno. Ma secondo i dati dell'Osservatorio dell'Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN), in Italia adulti e adolescenti ne mangiano più del doppio e solo i lattanti rispettano il consumo raccomandato di proteine animali. Insomma, abbiamo davvero un po' esagerato. Anche perché la connessione fra consumo di carne rossa e guai per la salute è ormai sicura: poco tempo fa, ad esempio, uno studio ha confermato che mangiarne molta aumenta la mortalità e che l'11 per cento dei decessi negli uomini e il 16 per cento di quelli nelle donne potrebbero essere evitati riducendo l'introito di bistecche, insaccati e affini.

AMBIENTE – I «danni» della troppa carne rossa però non si esauriscono a livello del singolo: come hanno spiegato i cardiologi a Barcellona, il consumo senza freni che caratterizza le società occidentali è legato a doppio filo con il riscaldamento globale. E i cambiamenti climatici a loro volta sono responsabili di innumerevoli problemi per la salute umana: dalle patologie respiratorie alla malnutrizione, destinata ad aumentare con l'estendersi delle aree calde e desertificate. «Le malattie umane e il riscaldamento globale sono indubbiamente correlate, in molti modi diversi – scrivono i cardiologi nel documento diffuso al congresso –. L'OMS e molte associazioni mediche stanno tenendo conto di ciò nelle loro raccomandazioni, ma il problema è ampio e tutti devono fare la loro parte. E difficilmente interventi a livello delle politiche energetiche, agricole, urbane o dei trasporti possono avere successo se tutta la popolazione non è cosciente dei rischi connessi ai cambiamenti climatici». Informazione e consapevolezza, quindi, sono fondamentali. Anche perché secondo una ricerca appena uscita su Food Research International, il cerchio finirà per chiudersi: con l'aumento delle temperature medie infatti la qualità della carne è destinata a peggiorare, perché molti animali da allevamento soffrono il caldo e quando vivono a temperature elevate (per il maiale, ad esempio, il termometro non dovrebbe superare i 31 gradi) danno carni più scure, dure, meno grasse e saporite. Meno buone, insomma. Forse è meglio non essere costretti a rinunciare alla carne per questo motivo, ma pensarci prima contenendo i consumi per evitare brutte conseguenze, per noi e il pianeta. Sono piccoli gesti che contano: mangiare meno carne, ma anche scegliere cibi che non debbano percorrere migliaia di chilometri prima di arrivare sulla nostra tavola. Una dieta ecosostenibile, insomma, che aiuterebbe il mondo a stare un po’ meglio e ci manterrebbe più in salute.

Elena Meli

lunedì 24 agosto 2009

ARTICOLI: CORRIERE DELLA SERA, 19 Agosto 2009.
Esperti Usa: Ok alla dieta vegetariana

Pronunciamento ufficiale dell'American Dietetic Association, ma con alcune precisazioni.
Ma va studiata bene e mai improvvisata, specie per i bambini.


MILANO - Il documento ha un certo peso. È infatti la parola dell'American Dietetic Association, che sulla rivista dell'associazione ha preso posizione in materia di dieta vegetariana con una sorta di dichiarazione ufficiale sul tema. Che suona più o meno così: «Diete vegetariane accuratamente pianificate possono essere salutari, nutrizionalmente equilibrate e in grado di offrire benefici per la prevenzione e il trattamento di malattie come cancro, obesità, diabete e patologie cardiovascolari. Se vengono ben studiate, sono appropriate in ogni età della vita e possono essere adatte anche a donne in gravidanza, bambini e adolescenti».

NO ALLE IMPROVVISAZIONI - Da questa parte dell'oceano è quasi del tutto d'accordo Carlo Cannella, presidente dell'Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione, che commenta: «Le diete vegetariane sono sicuramente positive per la salute e anche sicure, a patto però di seguire specifici criteri. Non possono cioè essere improvvisate, perché richiedono conoscenze che non tutti hanno: chi vuole intraprendere questa strada dovrebbe farsi seguire da un medico o da qualcuno competente. Ciascuno può poi imparare da solo a gestire la propria alimentazione, ma è bene non affidarsi a praticoni o lasciarsi andare al fai da te».

BAMBINI - Il rischio di carenze infatti esiste eliminando carne, pesce e, nelle versioni più «hard», pure i latticini. Per questo Cannella richiama alla cautela quando si parla di bambini: «Con i bimbi ci andrei davvero piano. Temo molto gli estremismi, soprattutto i genitori che assumono posizioni radicali e impongono ai figli, anche molto piccoli, diete restrittive che possono portare a un'alimentazione squilibrata, con tutti i rischi che ne conseguono durante un periodo delicato come quello dell'accrescimento. Per di più – prosegue Cannella – la dieta vegetariana implica il consumo di quantità di cibo maggiori, perché gli alimenti che la compongono hanno una densità nutrizionale più bassa. Un regime simile può essere quindi più difficoltoso da seguire nell'infanzia».

VANTAGGI – Cautela quindi coi più piccoli, ma a parte questo l'esperto italiano sposa la posizione statunitense: «Se ben condotte, le diete vegetariane non sono pericolose. Il rischio di carenze è marginale e riguarda soprattutto nutrienti come la vitamina B12 che è difficile trovare negli alimenti permessi: c'è ad esempio nel tofu o nei funghi coltivati, ma è abbastanza inusuale consumare grosse quantità di questi cibi», dice Cannella. Via libera dunque, se ci si fa seguire da un esperto che ci spieghi cosa e quanto introdurre nell'alimentazione quotidiana. I vantaggi non sono pochi, come spiega il documento dell'American Dietetic Association: «I vegetariani hanno un indice di massa corporea mediamente inferiore, un rischio più basso di ipercolesterolemia, ipertensione, malattie cardiovascolari e diabete. La loro dieta contiene bassi livelli di colesterolo e grassi saturi e apporta invece grosse quantità di fibre, vitamine C ed E, magnesio e potassio, flavonoidi, carotenoidi, folati – scrivono gli esperti statunitensi –. Queste differenze nutrizionali possono spiegare alcuni dei benefici dell'alimentazione vegetariana variata e bilanciata, a cui è associata anche una minor probabilità di tumori».

MAMME - Nel documento americano ci sono sezioni dedicate ai benefici specifici della dieta senza carne sull'osteoporosi, il cancro, le malattie cardiovascolari e una parte dedicata a rassicurare le future mamme vegetariane: «La loro alimentazione può essere nutrizionalmente adeguata e non pericolosa per loro stesse e per il bambino», scrivono gli autori. La raccomandazione finale ribadisce però il concetto più importante: «È fondamentale affidarsi a nutrizionisti esperti, che possano dare consigli e informazioni appropriate sui nutrienti essenziali e come garantirseli, sulle modifiche da fare per venire incontro a restrizioni alimentari imposte da allergie, malattie o, semplicemente, per affrontare le diverse età della vita».

Elena Meli

giovedì 6 agosto 2009

RICETTE: CORNETTI ALLO YOGURT.

INGREDIENTI:
  • 500 gr. Farina
  • 25 gr. Lievito
  • 1 Cucchiaio zucchero
  • 80 ml. Acqua tiepida
  • 30 gr. Burro
  • 250 gr. Yogurt bianco
  • 10 gr. Sale

TEMPO E COTTURA:
In forno a 180°C per circa 10 minuti.

PROCEDIMENTO:
Unire tutti gli ingredienti, tranne il burro.
Almagamare bene gli ingredienti.
Lavorare l'impasto per alcuni minuti fino ad ottenere una consistenza omogenea. Formare un panetto che si metterà a riposare, coperto da un canovaccio, per 15 minuti.Trascorsi i 15 minuti aggiungere all'impasto il burro e lavorare ancora per alcuni minuti, riottenendo un impasto omogeneo. Riformare un panetto e fare crescere per 30 minuti. Dopo i 30 minuti, prendere l'impasto lievitato e stenderlo a forma di rettangolo, poi da qui a piacere ( intendo per la grandezza) ricavare dei triangoli. Fatto ciò arrotolare i triangoli partendo dalla base fino alla punta. Posizionare poi i cornetti su una teglia rivestita da carta da forno e far lievitare, sempre coperti, per 20 minuti circa. Passati i 20 minuti, infornare i cornetti, in forno precedentemente riscaldato, a 180° per circa 10 minuti, finche si sono dorati.
NOTE E SUGGERIMENTI:
Si consiglia l'utilizzo di una teglia di alluminio.
Fare attenzione alla cottura che avviene velocemente, quindi tenere d'occhio il forno. I cornetti devono essere dorati, non oltre, se no diventano croccanti. Può essere utile prima di infornare cospargere i cornetti con pochissimo burro o della panna da dolci liquida e magari mettere su un pò di zucchero.