martedì 3 marzo 2009

CIBO PER IL CORPO E CIBO PER LA MENTE
NELL'ARMONIZZAZIONE E SVILUPPO DELLA PERSONALITA'.


Un esame accurato e ben documentato quello fatto dal prof. Ferrini sui costi sociali, ambientali e psichici legati al consumo di carne. Viviamo in un mondo in cui gli abitanti dei paesi poveri muoiono di fame perché una parte considerevole di cereali viene utilizzata come foraggio per rendere la carne degli animali da macello più grassa e più gradita ai cittadini delle nazioni ricche, i quali, anche a causa di questo tipo di alimentazione muoiono per infarto, tumore e altre malattie cardio-vascolari. A questo scenario tetro vanno aggiunti anche i costi ambientali che la dieta carnea comporta: foreste abbattute per fare spazio ai pascoli, terre fertili trasformate in deserti, impoverimento delle riserve d’acqua. E a peggiorare la situazione sono i disturbi della personalità legati alla nutrizione, in particolare anoressia, bulimia e obesità. La letteratura clinica riporta con grande frequenza la genesi di tali disturbi dell’alimentazione dovuta ad un vissuto traumatico, come depressione, perdite affettive, maltrattamento e abuso sessuale intra-familiare in età precoce. All’origine di questi disagi sono inoltre spesso riscontrabili rapporti conflittuali con i genitori o tra di loro. La scelta di non alimentarsi fino al rischio di morte (anoressia), mangiare quantità seriali di cibo per eliminarlo con il vomito auto-indotto più volte al giorno, anche con uso e abuso di lassativi e diuretici (bulimia), l’assunzione di cibo senza limite fino a raddoppiare o triplicare il proprio peso (obesità), sono patologie che generano dipendenza. Queste gravi patologie sono riconducibili ad una richiesta d’aiuto non verbalizzata. Non è quindi l’appetito a dover essere curato, piuttosto il soggetto e la sua storia. Il cibo non deve essere un’arma di rivalsa per imporre la propria personalità su di un’altra. I disturbi dell’alimentazione possono essere superati cominciando proprio da quei nodi affettivi che hanno ingenerato il rapporto conflittuale col cibo, imparando prima di tutto a farsi coscientemente carico delle proprie responsabilità e predisponendosi di conseguenza per intraprendere con fiducia la cura del proprio disturbo poiché, come in ogni patologia, anche in questi casi la cura nasce prima di tutto da dentro la persona: solo così, infatti, l'individuo diventa in grado di recepire appieno l'aiuto forniti dagli altri e dall'ambiente esterno. «Esistono quattro costituenti che, se riscoperte e adeguatamente realizzate, possono ricomporre la nostra personalità: scoprire la propria libertà oltre i condizionamenti, riconoscere la propria individualità, sviluppare la capacità di interagire socialmente in maniera armonizzante e mettersi dalla parte della soluzione, realizzare le proprie ontologiche istanze spirituali. Così facendo potremmo dare un’opportunità –continua il prof. Ferrini- a noi stessi e agli altri per iniziare un percorso di guarigione, verso un sano equilibrio, affinché il cibo diventi un integratore della struttura fisica, emozionale, sociale, relazionale e, non ultimo, di quella spirituale». «Coltivare la compassione e l’amicizia autentica alla luce di un'approfondita conoscenza dell'essere umano - ha proseguito il relatore - è un presupposto fondamentale per integrare la personalità; ciò conduce a sviluppare le qualità positive dell’essere umano e gradualmente spodesta una psiche invasa dall’ossessione della magrezza e dai condizionamenti riversati negli affetti e nelle relazioni». Durante il pomeriggio di domenica gli intervenuti hanno espresso domande e riflessioni scritte che sono state poi analizzate dal prof. Ferrini. Tali riflessioni hanno toccato in molti casi la sfera personale e intima dei partecipanti al seminario, i quali hanno così avuto l’occasione di confrontarsi con il punto di vista della saggezza vedica su un tema dai confini molto vasti che ha ripercussioni non solo nella sfera della nutrizione, ma anche nell’integrità fisica, psichica e spirituale dell’essere umano.

1 commento:

  1. Mens sana in corpore sano, non a caso oltre ad essere un vecchio adagio latino- romano ne è testimonianza nella realtà. Sono d'accordo purchè questo passaggio avvenga con gradualità e con il rigore di un controllo medico.

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