mercoledì 17 marzo 2010

'LA CARNE, MEGLIO NON MANGIARLA'.

E' stato traumatico, per molti, il messaggio lanciato al recente convegno dedicato alla corretta alimentazione e svoltosi a Prova, soprattutto in un periodo nel quale la riscoperta della buona tavola e dei cibi tradizionali (molto spesso a base di carne) è diventata quasi una moda «culturale», esaltata anche dai mass-media. Ecco perchè hanno destato molta sorpresa affermazioni come «mangiar carne fa male» e «se la gente sapesse quello che provoca, non ne mangerebbe». A lanciare il messaggio, che di fatto era un invito a una dieta vegetariana, sono stati esperti di grande valore: Roberta Siani, responsabile del Progetto disordini alimentari del reparto di Psichiatria dell'ospedale cittadino di Borgo Roma; Pietro Madera, responsabile del Sert dell'Ulss 20; Francesca Bonini, biotecnologa e docente di alimentazione, che sono intervenuti col coordinamento del dottor Giuseppe Piasentin, medico del Pronto soccorso del «Fracastoro». Partendo dal presupposto che si tratta soprattutto di una questione di cultura, i relatori hanno chiarito che il problema del consumo della carne ha due importanti conseguenze: una sulla salute delle persone e una, più in generale, su quello - drammatico - della fame nel mondo. Ci sono tre categorie di cibi, ha ricordato Madera: i cibi «virtù», che assorbono l'energia dal sole e la trasmettono all'uomo, conferendogli salute, longevità e serenità (frutta fresca e verdura, cereali integrali, latte, burro, miele, yogurt, formaggi non fermentati e simili); i cibi «passione», dai sapori intensi, i quali danno un'energia che dura poco e che se sono consumati regolarmente producono malattia (cereali raffinati, spezie, caffé, formaggi stagionati, sale, dolci, zuccheri); infine i cibi «inerti», che hanno cioè poca energia, appesantiscono e intossicano, predisponendo alle cosiddette malattie del benessere e ai tumori (carne, salumi, alcol, grassi animali, uova dopo il quindicesimo giorno, cibi conservati, aceto). L'influenza del consumo di carne sul problema della fame nel mondo si evince invece da alcuni dati sorprendenti: per produrre un chilo di carne (sufficiente per sfamare 5-6 persone) si consumano 30mila litri di acqua e 16 chili di cereali (che ne sfamerebbero 40-50). Basti pensare che tre quarti della produzione mondiale di cereali è dedicata agli allevamenti per la produzione di carne. «Se si consumasse meno carne e si cambiasse il nostro sistema alimentare», hanno concluso gli esperti, «ridurremmo le patologie e daremmo al Terzo mondo la possibilità di soffrire meno la fame, senza contare che le popolazioni vegetariane sono meno aggressive e più pacifiche di quelle che si alimentano con la carne». Un invito esplicito, quindi, a preferire una dieta con meno carne o, addirittura, vegetariana, la sola in grado di garantire una alimentazione più sana, secondo i medici. Gli esempi di chi la segue, del resto, sono numerosi. La lista dei vegetariani celebri parte dall'antichità per arrivare ai nostri giorni e comprende, in ordine sparso, Aristotele, Pitagora, Cicerone, Diogene, Platone, Plinio, Socrate, Seneca, Sofocle, Epicuro, San Francesco, Leonardo da Vinci, Albert Einstein, Edison, Franklin, Freud, Gandhi, Ippocrate, Mazzini, Newton, Nietsche, Paganini, Pascal, Wagner. Tanti anche i personaggi dello spettacolo e della cultura che non consumano carne: Giorgio Albertazzi, Brigitte Bardot, Adriano Celentano, John Lennon, Bob Dylan, Gianni Morandi, Sting, Jovanotti, Umberto Veronesi.

Fonte: L'Arena.it - di G.B.

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